lunedì 27 dicembre 2010

SI in inverno, un mare di cultura: IL TEMPIO DI ANTAS




In Sulcis Iglesiente ci sono tante cose da fare anche in inverno. Per esempio, andare a scoprire il patrimonio archeologico-culturale della nostra terra. Oggi vedremo, in particolare...






IL TEMPIO DI ANTAS E LA CITTA' DI METALLA
Superata Fluminimaggiore, al chilometro 15,9 della SS126, in corrispondenza della frazione Sant'Angelo di Iglesias, una deviazione sulla sinistra lungo una strada mineraria bianca porta nella valle di Antas.
La valle è famosa perché nella vicina foresta è stato trovato il Tempio di Antas, uno dei più significativi resti archeologici di tutta l'isola. Il tempio venne edificato dai Cartaginesi nel VI-V secolo a.C. intorno ad una roccia sacra posta in una cella del tempio.


Sorgeva nell'area di un luogo di culto locale molto più antico: A conferma della frequentazione nuragica del luogo, nel 1984 sono state trovate molto vicine al tempio delle tombe preistoriche. I doni votivi recuperati negli scavi del tempio permettono, con le loro iscrizioni, di sapere che era dedicato alla divinità sardo-Punica Sid o Sir Addir Babai, che per i Cartaginesi era figlio di Melkart, identificato successivamente con Ercole. Il dio Sid viene solitamente raffigurato senza barba, con il caduceo, e con ancore e armi da caccia, dunque era il protettore di naviganti e dei cacciatori. Il tempio venne poi distrutto e riedificato nella forma attuale in epoca romana, forse nel III secolo d.C. quando regnava Caracalla, come si può leggere sul frontale. Nell'iscrizione dedicata all'imperatore si legge fra l'altro: «TEMPL(um) DE SARDI PATRIS BAB», la dedica alla divinità sardo-romana del Sardus Pater Babai, dal cui nome si ritiene derivi quello della Sardegna. Il tempio romano conservò le due aperture laterali della cella Punica e le due vasche di purificazione incavate nel pavimento davanti agli ingressi della cella.

...le iscrizioni ci dicono che chi si recava ad Antas ad offrire questi preziosi oggetti artigianali erano spesso dei personaggi pubblici, e non fedeli che chiedevano una grazia. In almeno 3 casi viene citato un funzionario. In una scritta è riportato: al signore Sid Addir Babai, statua di bronzo che ha dedicato imilkat, figlio di abshmun, figlio di bb melkart, che appartiene al popolo di Caralis. Non significa che è un personaggio di Cagliari perché nella iscrizione semitica, AM di Caralis è in realtà un’istituzione pubblica, forse un’assemblea popolare o una corporazione religiosa o, come afferma Acquaro, AM sia l’assemblea popolare dei cittadini cartaginesi insediati nelle diverse colonie. Nelle colonie risiedevano indigeni e inviati dalla capitale, ma il controllo era statale da parte di prefetti inviati da Cartagine. Alcuni membri delle principali famiglie della capitale venivano inviati per controllare direttamente sul posto lo svolgersi delle attività delle varie colonie e secondo questa ipotesi, l’AM di Caralis sarebbe l’assemblea dei funzionari pubblici cartaginesi. (da Pier Luigi Montalbano, quotidiano online di storia ed archeologia - http://pierluigimontalbano.blogspot.com)

Fluminimaggiore - Metalla Le antiche cave Romane utilizzate per la costruzione del tempio. A poca distanza da Tempio di Antas si trovava lla città mineraria di Metalla, ossia le «Miniere», menzionata nell'«Itinerarium Antonini», un antico manoscritto latino. In questo manoscritto viene descritta questa strada che partiva dall'odierno Castelsardo, per proseguire lungo tutta la costa occidentale della Sardegna fino a Sant'Antioco, l'antica Sulki, nel sud: la «via a Tibulas Sulcis». Metalla era una zona mineraria dove i Romani portavano i prigionieri condannati ai lavori forzati ed estraevano le pietre per la costruzione del Tempio.
Da Arbus prendiamo la SS126 Occidentale Sarda verso sud e dopo 22 chilometri raggiungiamo la cittadina di Fluminimaggiore (nome in lingua Frùmini Majori, metri 58, abitanti 3.174), fondata nel 1704 da un feudatario del luogo per lo sviluppo agricolo di un territorio semideserto isolato tra le montagne ricche di vegetazione. È diventata un importante centro minerario verso metà ottocento, ed oggi sta riprendendo la sua vocazione agricola associata al turismo.
Prendendo un'altra strada ci si inoltra nel bosco e si segue un sentiero che ci porterà, tra vedute spettacolari, a raggiungono le grotte Su Mannau. Questo sistema di grotte si è formato per l'erosione dovuta allo scorrere di due corsi d'acqua che passavano al suo interno, si compone infatti di due rami principali. Il ramo di sinistra è lungo circa 300 metri ed è caratterizzato da laghetti pensili, il ramo di destra si stende per circa 3,5 chilometri. La prima parte del ramo di destra lunga circa 50 metri è chiamata Sala Archeologica perché al suo interno sono state trovate numerose lucerne votive dedicate a Tanit e al dio Taurus.


GROTTE SU MANNAU
Non solo: sono assolutamente particolari perchè tra le più antiche del mondo. Di grande interesse archeologico e speleologico, si presentano divise in due rami. La parte destra, un ampio complesso carsico di origine cambrica, è articolata su diversi livelli, alcuni alti e fossili, altri bassi e attivi. Il ramo destro, generato dal fiume Rapido, è costituito da numerosi e variegati condotti e sale, aspetti tra i più spettacolari della grotta.
La prima sala ha una grande rilevanza storica anche per i collegamenti rinvenuti con il vicino tempio punico-romano di Antas. Le antichissime popolazioni sarde si recavano alla grotta di Su Mannau per praticare i culti dell'acqua, come si diceva sopra, testimoniati dal rinvenimento di diversi frammenti di lucerne votive ad olio.
La sala del Sonno, a fianco al lago Pensile, è ornata di grandi colonne; il salone Ribaldone è la sala più alta e larga; la sala Bianca è ricca di aragoniti e colonne stalagmitiche; la sala Vergine è caratterizzata dal colore bianchissimo determinato dal fiume sottostante e da grandi stalattiti ed aragoniti; la sala Bizzarra presenta aragoniti coralloidi e cannule; infine, il salone degli Abeti è abbellito dalle stalagmiti e dagli scintillanti cristalli di calcite. Il Sifone e i condotti sono difficilmente visibili perché spesso sommersi.

Il ramo di sinistra, originato dal fiume Placido, è anch'esso contraddistinto dalla presenza di imponenti sale, tra cui il salone Rodriguez e la sala Serra, collegata al ramo dell'Infinito, e arricchito dalle bellissime perle di grotta e dai meravigliosi cristalli nei rami superiori.
...Magico SI!

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