venerdì 12 novembre 2010

PROGRAMMA DELLA XII EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA DA CAMERA


Il programma della XII edizione del Festival Internazionale Musica da Camera è organizzato dall'Associazione Culturale Anton Stadler.
Il calendario dei concerti inizia oggi e dura sino al 27 dicembre.

venerdì 12 novembre
Iglesias ore 20.30, Sala Lepori (Via Isonzo)
Magnasco Movie Quartet in "Film & Music"
fisarmonica, violino, clarinetto e pianoforte

domenica 14 novembre
Iglesias ore 20.30, Sala Lepori (Via Isonzo)
Duo Pepicelli in "Omaggio a Schumann e Chopin"
violoncello e pianoforte

Venerdì 26 novembre
Portoscuso ore 20.30, Sala Convegni Biblioteca (Via Fermi)
Ensemble Ellipsis in "Luigi Boccherini"
Oboe, chitarra, violino, viola, violoncello

Sabato 27 novembre
Domusnovas ore 20.30, Scuola Civica di Musica (Via Buozzi)
Duo Ghigi in "Ragione e Sentimento"
violino e pianoforte

Domenica 28 novembre
Carbonia, Teatro Centrale (piazza Roma)
Ensamble Variabile in "Hommage à Robert Schumann"
clarinetto, viola e pianoforte

Domenica 5 Dicembre
Iglesias ore 20.30, Sala Lepori (Via Isonzo)
Duo Sbeglia-Zamuner in "Viaggio in Francia"
pianoforte a quattro mani

Venerdì 10 dicembre
Iglesias ore 20.30, Sala Lepori (Via Isonzo)
Duo Lama-Cabruja in "Serenata Spagnola"
pianoforte a quattro mani

Domenica 12 dicembre
Carbonia ore 20.30, Teatro Centrale (piazza Roma)
Duo MArchegiani-Schiavo in "Virtuosissimi a quattro mani"
Pianoforte a quattro mani
Martedì 21 dicembre
Sant'Antioco ore 20.30, Aula Consiliare (Corso Vittorio Emanuele 115)
Duo De Zan in "Concerto di Natale Pianoforte e Violino"

Giovedì 23 dicembre
Calasetta ore 20.30, Museo di Arte Contemporanea (Via Savoia 1)
I SOlisti dell'Orchestra Regionale SArda in "On Broadway"
2 violini, viola e violoncello

Lunedì 27 dicembre
Tratalias ore 20.30
Centro storico, Piazza Chiesa
I SOlisti dell'Orchestra Regionale SArda in "On Broadway"
2 violini, viola e violoncello

martedì 2 novembre 2010

L'ARCHITETTURA di CARBONIA - ITINERARI ARTISTICI DEL NOVECENTO


Panorama di Carbonia - vecchia cartolina

L'ARCHITETTURA di CARBONIA - ITINERARI ARTISTICI DEL NOVECENTO





Forse a volte non si hanno occhi per le cose troppo a 'portata di mano'. Forse a volte non ci si accorge che, al di là dei brutti eventi passati, rimane qualcosa da salvare.
La città di Carbonia è un pregevole esempio di quei luoghi che per lungo tempo non sono stati considerati interessanti da un punto di vista estetico-architettonico, mentre, invece, passato il tempo, si è riconosciuta una certa importanza storica alle sue costruzioni, come testimonianze non solo del passato, ma anche della storia dell'architettura italiana in senso generale.
Prima delle brutture senza logica create solo con materiali scadenti negli anni del dopoguerra, nella foga della ricostruzione, rimangono esempi di costruzioni e luoghi pensati per i lavoratori con una certa razionalità che va assolutamente 'distinta' dal resto dei danni compiuti. Infatti, Carbonia è certamente la più significativa tra le città nuove fasciste, in quanto si inserisce in un progetto economico finalizzato a potenziare la presenza dello Stato a fianco dell’industria privata.
In primis, parlando con la gente - e verificando poi sulla manualistica - si scopre che: nonostante "la località nella quale è sorto il nuovo Comune carbonifero sardo è stata scelta nelle immediate vicinanze dei numerosi pozzi, costituenti le miniere Sirai, Schisorgiu, Tana, Nuraxeddu e Serbariu. (...) delimitata ad Ovest dalla Via Nazionale Iglesias – Porto botte, a sud dalla strada congiungente questa al Comune di Serbariu, ad Est ed a Nord dalla linea delle Serre Lurdagu e Narboni su Fredi. (...) In un primo tempo la città sarebbe dovuta sorgere sul monte Sirai, forse per lasciare libero l’attuale territorio occupato e sfruttare al meglio le risorse carbonifere. Ma poi venne scelta la zona definitiva tenendo conto delle sue caratteristiche. Leggendariamente (?) creata in soli 300 giorni, "In quella zona il terreno discende, con dolce declivio, verso la miniera di Serbariu e si apre con ampia vista verso la piana sottostante ed il non lontano Tirreno, offrendo notevoli risorse panoramiche per le numerose e belle visuali.E(...)per quanto riguarda le comunicazioni, la zona è ottimamente servita, oltre che dalla strada Nazionale Iglesiente, anche dalla ferrovia del Sulcis che corre parallela.
La zona è stata scelta anche in base ai venti ed al terreno: la località è bene arieggiata, con venti di non eccessiva violenza; la natura del terreno, di origine alluvionale con abbondanza di trachite e di calcare nelle immediate vicinanze, è ottima all’uso della fabbricabilità per il facile approvvigionamento dei materiali da costruzione".
Certo è che Carbonia è un mirabile esempio di architettura razionalista costruita 'per servire le miniere' e, di conseguenza i minatori: una città autarchica per antonomasia, quindi, che nella lettura data dal Tempo dimostra le speranze e le contraddizioni del Ventennio fascista.
E' anche vero che la propaganda fascista promosse la nascita della città quale opera civilizzatrice del regime, come se si stesse colonizzando una "landa desolata" e "povera d'uomini", secondo una retorica già efficacemente impiegata per la bonifica dell'Agro Pontino. In realtà il Sulcis era già uniformemente punteggiato da alcuni insediamenti minori posti in punti nevralgici della struttura morfologica e territoriale. Da secoli la sua storia era segnata dall'attività estrattiva, prevalentemente legata a minerali metallici, ma già dalla fine dell'Ottocento si iniziarono a sfruttare alcuni giacimenti di combustibile fossile. (da Antonella Sanna, http://www.archphoto.it)

ITINERARIO DI VISITA:


IL CENTRO - S. Ponziano, municipio, torre littoria, Piazza Roma
Ideata nel 1937 e inaugurata nel 1938, Carbonia nasce con l'obiettivo di sfruttare intensamente le miniere di carbone del Sulcis costruendo un centro destinato ad accogliere i dipendenti, dal direttore delle miniere ai minatori. Come tutte le città create in questo periodo, ha un asse viario ortogonale nel cui centro vi è la piazza Roma. Qui si affacciano il municipio, la chiesa di San Ponziano, l'edificio del dopolavoro e la torre littoria.
In piazza Roma guardate con attenzione la chiesa di San Ponziano, immaginario asse intorno a cui si dispongono, da una parte il palazzo del municipio, e dall'altra la torre littoria, l'edificio del dopolavoro e il cineteatro. La chiesa, progettata da Ignazio Guidi e Cesare Valle, è dedicata a Ponziano, pontefice che nel III sec. venne condannato ai lavori forzati nelle miniere del Sulcis e quindi divenuto santo protettore della città, la cui vocazione carbonifera è palesata nel nome stesso. Realizzata in mattoni di trachite, ospita al suo interno la Via Crucis e la Crocifissione di Eugenio Tavolara. A sinistra vi è l'imponente campanile, simile a quello del Duomo di Aquileia, realizzato anch'esso con blocchi di trachite.
Il municipio, dalle linee pure e semplici, possiede portici ad arco. All'ingresso si trova una scultura di Giò Pomodoro.
Sul lato opposto si erge la torre littoria, oggi sede degli uffici comunali e visitabile su richiesta: progettata da Gustavo Pulitzer Finali, è un parallelepipedo in mattoni trachitici.All'entrata vi è un bassorilievo di Venanzio Crocetti con allegorie fasciste varie; al primo piano un dipinto del pittore futurista Corrado Forlin. Con l'ascensore panoramico si arriva sul tetto, da cui si ammira un notevole panorama.

LE ABITAZIONI DI CARBONIA
  • La Casa operaia tipo: è costituita da quattro alloggi distribuiti in due piani: ogni alloggio è di una, due o tre camere oltre la cucina – soggiorno ed i servizi. Ogni alloggio ha completa indipendenza dagli altri della stessa casa e dispone di un orto – giardino. In ogni casa sono installati acqua potabile ed illuminazione elettrica. I minatori erano alloggiati in case su due piani per quattro famiglie, ma con accessi indipendenti che per il livello superiore richiedono la presenza di scale esterne simmetricamente disposte, poggianti sul consueto zoccolo di trachite, che diventa il filo conduttore di tutte le costruzioni di Carbonia. Ogni alloggio aveva una dotazione di circa 500 mq per un orto-giardino, utile per contribuire al bilancio familiare. Altre tipologie variano la disposizione degli appartamenti o delle coperture, oltre ad avere differenti grandezze, ma tutte le residenze sono improntate a semplicità ed economia.
  • Gli Alberghi operai: sono stati studiati e previsti per una rapida ed economica trasformazione in case di 22 alloggi per minatori; per i minatori senza famiglia sono organizzate camere per un massimo di sei letti, raggruppate in nuclei di tre, quattro camere. Ogni nucleo ha ingresso munito di servizi separati. Al piano terra si trova un ampio refettorio, una cucina per 150 razioni, attrezzata per una gestione economica, ed un impianto docce con produzione di acqua calda.
  • Case per dirigenti: sono costruzioni comprendenti un singolo alloggio ognuna, munito di riscaldamento a termosifone e completato di servizi e sobrie rifiniture. Casette unifamiliari tutte situate a ridosso della piazza Roma e vicine alla villa del direttore della miniera. Si tratta di appartamenti duplex dotati di maggiori comfort - comprese le rimesse - e con l’esterno rivestito di pietra fino al primo piano.
  • Case per impiegati: contengono ognuno due alloggi, con rifiniture e servizi più economici. Sono naturalmente più studiate nei dettagli e nelle rifiniture le case per impiegati rispetto a quelle per i minatori. Si tratta di vere e proprie palazzine con ingressi interni ad un androne e balcone a filo della facciata.

Inoltre:
L'ALBERGO PER GLI IMPIEGATI - via Fosse Ardeatine
(progetto di Eugenio Montuori) nato come residenza per gli operai senza famiglia, mirabole esempio di architettura razionalista in Sardegna, esternamente semplice ma esteticamente piacevole. Interessantissima la distribuzione razionale degli spazi, che si basa sul concetto di pianificare gli ambienti in base alla loro funzionalità. Ubicato nelle vicinanze del Centro Urbano, possiede una linea sobria e buone proporzioni. Consta di due piani oltre il terreno: 36 camere, munite di acqua corrente calda e fredda e completate da ampi balconi, nonché due appartamenti per ospiti. Vi è una singolare sequenza di ampi balconi protetti da tende avvolgibili, ripetuti anche sul lato breve.
L'aspetto più rilevante sono i rivestimenti interni in marmo di Carrara, che rientrano nella logica autarchica dell'uso di materiali di produzione italiana o locale, al pari della trachite, adoperata come basamento e per le strutture portanti di molti edifici della città del carbone. Internamente, i servizi comuni si trovavano al piano terra, con la mensa e la sala di lettura e da gioco, e le quaranta stanze singole, tutte dotate di un balcone limitato da ringhiere traforate nei due piani superiori.
La funzionalità della costruzione era assicurata dalla distribuzione razionale dei vari spazi con la possibilità di un’area interna riservata al pranzo in giardino.
IL LOTTO B - a detta degli abitanti la B è riferita a Benito - situato nella zona nord della città, ai piedi del colle Rosmarino, si estende lungo la via Sicilia e le sue traverse. Nelle sue tipiche abitazioni a "camerone", costituite da un unico piano rettangolare e con i servizi ridotti al minimo, vennero ospitati gli operai impegnati nella costruzione di Carbonia. Il quartiere, dopo il trasferimento dei lavoratori negli alberghi operai, venne utilizzato dal presidio militare.
Nella vicina piazza I Maggio era ubicato il Dopolavoro rionale, dove si svolgevano attività ricreative come nel Dopolavoro Centrale. (Recentemente esso è stato ristrutturato grazie al Progetto di Riqualificazione del Lotto B e al suo interno è stata allestita la mostra permanente del pittore noto come Maestro Lucchi.)

VILLA SULCIS - via Napoli
Ora Museo Archeologico, era la residenza del direttore delle miniere carbonifere, costruita alla fine degli anni trenta del Novecento e circondata da un esteso parco. All'interno conserva materiali datati dal Neolitico al periodo Bizantino; in via Campania,accanto, si trova il museo di Paleontologia Martel, con oltre 700 reperti fossili di organismi animali e vegetali.

E' fondamentale tener presente che tutti i criteri usati per la costruzione e la distribuzione delle residenze seguono le gerarchie sociali e del lavoro nell'industria mineraria. Si noti che le villette o le case bifamiliari riservate ai funzionari - più ampie come interni o e nella quantità di alloggi - destinati a impiegati, operai e minatori sono progressivamente sistemate sempre più lontano dal centro, in zona più 'residenziale'.

Perciò le abitazioni a Carbonia seguono varie tipologie, che erano poi i modelli proposti dall'Azienda Carboni Italiani, ente di diritto pubblico - che gestiva Carbonia - con uso abbondante della pietra locale ed un ricorso minimo al ferro, data l'economia autarchica del tempo. (I solai infatti sono generalmente retti da voltine in laterizio.)
In linea di massima vi sono case su due piani con alloggi per quattro famiglie con ingressi indipendenti ed un orto familiare. Oppure troviamo blocchi edilizi 'intensivi', comprendenti da 24 a 48 appartamenti, con semplici aperture ritagliate nelle facciate e balconi a filo della parete.


Carbonia vale una visita dal turista curioso, amante della storia e dell'arte. Un ultimo scorcio di insieme va dato salendo sul Monte Rosmarino, dove si nota il rigoroso impianto urbanistico nel quale le linee curve si armonizzano con la regolarità e la simmetria degli isolati. I tracciati stradali sono regolari e perpendicolari nelle aree libere per diventare avvolgenti intorno al piccolo 'monte' (ha un'altezza di poco più di m 100). Ancora oggi si può cogliere il cosciente e notevole rapporto della città con l'ambiente circostante.

(Grazie alle info da: F. Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 114-118; http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_81_20060320174432.pdf )