lunedì 28 febbraio 2011

Escursioni primaverili


Sul “Sentiero monti e miniere”
Una bellissima escursione per la prossima domenica...Lungo i vecchi cammini minerari di San Benedetto e Malacalzetta
L’Associazione Pozzo Sella, in collaborazione con le Associazioni Uniti per San Benedetto, A.MI.ME., Parco Geominerario, Verde Azzurro Pan di Zucchero, C.I.S.S.A., Pro Loco di Iglesias, A.G.E.S.C.I. Gruppo Iglesias 3 e la Consulta delle associazioni del Consorzio del Parco Geominerario, a conclusione del lavoro gratuito di tanti volontari che ha consentito di recuperare e rendere fruibili i vecchi sentieri utilizzati dai minatori per recarsi al lavoro e le vecchie vie del trasporto dei minerali, organizzano l’escursione inaugurali sui principali cammini minerari di San Benedetto e Malacalzetta che sono stati inseriti in un nuovo percorso denominato “Sentiero monti e miniere”. Gli interventi di recupero del sentiero e l’escursione inaugurale hanno
potuto usufruire del patrocinio e del contributo del Comune di Iglesias.

Prima escursione inaugurale si terrà
domenica 6 marzo 2011

PROGRAMMA
Ore 09.00: Raduno nella piazza del villaggio minerario di San Benedetto, frazione del Comune di Iglesias, con registrazione dei partecipanti e presentazione del “Sentiero monti e miniere” - Ore 09.30: Partenza dell’escursione – Ore 13.00:
Rientro alla piazza di San Benedetto dove potrà essere consumato il pasto a sacco a cura dei partecipanti. Per chi vorrà usufruirne si informa che nei pressi della piazza di San Benedetto verranno venduti, a cura di operatori locali e senza alcuna impegno per gli organizzatori, panini imbottiti, bibite e altri prodotti alimentari. Gli interessati
possono prenotare ai numeri: 0781.20046 – 329.2958677 -0781.22110.
Si informa, inoltre, che per l’occasione verrà anticipata alle ore 08:30 la celebrazione della Santa Messa domenicale nella chiesetta di San Benedetto.

Lungo il percorso si effettueranno delle soste per illustrare ai partecipanti gli aspetti archeologici, geominerari e ambientali del luogo con particolare riferimento alle domus de janas e alle strutture del trasporto del minerale (pozzi, ferrovia e piani inclinati) attraverso le quali si potranno conoscere le tracce e le testimonianze della presenza dell’uomo in questo territorio, dalla preistoria fino ai nostri giorni.

Il tracciato di questa prima escursione è agevolmente percorribile anche da escursionisti non esperti purchè muniti di scarpe da trekking; verrà proposta successivamente una seconda escursione lungo un tracciato di grande suggestione e bellezza paesaggistica ma molto impegnativo, riservato ad escursionisti di buona esperienza.

La partecipazione all’escursione è gratuita. Il contributo di 3 euro, da
versare alla prenotazione, è destinato alla parziale copertura dei costi per
l’assicurazione dei partecipanti, per la messa in sicurezza del percorso e per
l’organizzazione.

Per le prenotazioni rivolgersi alla sede dell’Associazione Pozzo Sella, Piazza Lamarmora–angolo Via Cavour ad Iglesias, dalle ore 18.00 alle ore 20.00 di mercoledì 2, giovedì 3 e venerdì 4 marzo 2011.
Le prenotazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente ai numeri: 347.1711709 – 340.7936295, oppure via mail all’indirizzo:
associazionepozzosella@gmail.com, entro le ore 12.00 di sabato 5 marzo 2011 con l’impegno a versare il contributo all’atto della registrazione.
Chi si presenterà alla registrazione senza aver prenotato entro le ore 12.00 del 5
marzo 2011, potrà partecipare all’escursione sotto la sua esclusiva responsabilità senza alcuna copertura assicurativa da parte dell’organizzazione alla quale dovrà, comunque, essere versato il contributo di 2 euro a parziale copertura dei costi per la messa in sicurezza del percorso e per l’organizzazione.
I residenti nell’area di Cagliari potranno rivolgersi ai numeri 070.563034 – 347.1280920 per informazioni, prenotazioni e indicazioni sul versamento del contributo.


giovedì 24 febbraio 2011

Il Sulcis Iglesiente sulla Rotta dei Fenici


La Provincia ha approvato il protocollo di intenti relativo alle iniziative dell’Associazione Rotta dei Fenici, di cui è partner.
La Rotta dei Fenici è un itinerario culturale accettato dall’Istituto Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa come progetto pilota di turismo culturale, allo scopo di rinforzare l’attrattività e la competitività dei territori, attraverso la connessione delle grandi direttrici nautiche che, dal XII secolo a.C., furono utilizzate dal popolo dei Fenici e dei Punici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo; attraverso queste rotte, si diede origine ad una grande civiltà che si affermò con l’espansione ad Occidente, contribuendo alla creazione di una comunanza culturale mediterranea ed alla circolarità di questa cultura.

Con l’Itinerario, il cui protocollo è stato siglato a seguito dell’istanza della Provincia, si intende valorizzare il patrimonio dei siti partecipanti attraverso la collaborazione di tutte le città, dei partner e delle istituzioni che vorranno apportare il loro contributo alla ricerca di un nuovo rapporto tra l’uomo e il patrimonio culturale e naturale che lo circonda, e di nuovi modelli pedagogici e turistici per i bisogni di scambio culturale di oggi.
Per raccontare tutto questo, la Rotta dei Fenici propone una rete di siti archeologici, etno- antropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che mostrano oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato.
“La Rotta dei Fenici” passa per 18 Paesi del Mediterraneo ed oltre 80 città di origine e cultura fenicio-punica in tre continenti:

In Sardegna...

Cabras (Tharros)

Carbonia (Monte Sirai)

Santadi (Pani Loriga)

Santa Giusta (Othoca)

Cagliari (Karalis)

Domus de Maria (Bithya)

Fluminimaggiore (Antas)

Guspini (Neapolis)

Olbia

Pula (Nora)
Sant’Antioco (Solki)

Senorbì (Monte Luna)

Villasimius (Capo Carbonara)


martedì 15 febbraio 2011

UN' ESCURSIONE PER I GIORNI GRIGI


Oggi vi proponiamo un'escursione da fare in questo periodo dell'anno, quando il tempo non è ancora stabile...
il
Sentiero della vecchia ferrovia del Sulcis
è un percorso che ripercorre in parte il vecchio tracciato ferroviario che da Siliqua arrivava fino a Calasetta. Molto suggestivo durante i giorni cupi, grazie ai suoi paesaggi maestosi, attraversa lungo la strada grandi ponti, gallerie, case abbandonate.

Parte nel territorio del COMUNE DI SILIQUA

Durata Percorso: Ore 4 circa a/r. Località: Montana. Indice di difficoltà: Semplice. Segnaletica: Assente Interesse: Storico, Floristico e Paesaggistico. Ritrovo: Castello di Acquafredda Siliqua (S.S. 293 Km 35 ) alle ore 9:30 Prenotazione: almeno un giorno prima . Pranzo: al sacco Percorso: In auto: asfalto Km 5 ; A piedi: sentiero Km 12 (A/R). Costo di partecipazione: € 8,00 Flora: Troveremo lungo il percorso tutte le specie della macchia mediterranea bassa, sughere, lecci, ginepri, alaterno oleandri ecc. Fauna: Principalmente avvistabili varie specie di volatili. Consigli: Munirsi di scarpe da trekking o da tennis, acqua e cappellino per le giornate calde.


STORIA:

Agli inizi del '900 il governo decise di realizzare nuove linee ferroviarie capaci di collegare Cagliari con le aree minerarie e l'isola di Sant'Antioco. Al 1911 la Ditta Cugnasca presentò il progetto che prevedeva la diramazione della rete delle Ferrovie Reali (Decimomannu - Iglesias) da Siliqua fino a Santadi, attraverso il valico di Campanasissa, per proseguire fino a Sant'Antioco e Calasetta. Questo percorso, compreso il tratto Cagliari-Siliqua, raggiungeva i 110 chilometri.


La Società Anonima Ferrovie Meridionali Sarde si costituì a Busto Arsizio l'11 dicembre 1914, e il 20 aprile 1915 fu stipulata con lo Stato una convenzione per la concessione, la costruzione e l'esercizio di una ferrovia a scartamento ridotto da Siliqua a Calasetta con diramazione per Iglesias a Palmas Suergiu. Nove giorni dopo, il R.D. n°666 la rese esecutiva.

I lavori di costruzione poterono iniziare solo nel 1923 a causa degli eventi bellici della Grande Guerra e della successiva crisi economica. Ci vollero quindi tre anni per realizzarla. Lungo la linea furono create diverse interessanti opere: cinque gallerie, 20 tra ponti e viadotti, 14 ponti metallici , 343 acquedotti e ponticelli.

Vennero create anche 18 stazioni (tutte con decorazioni murarie realizzate dal noto pittore Stanis Dessì), 55 cantoniere e quattro garitte.

Le F.M.S. iniziarono l'esercizio il 23 Maggio 1926 con l'apertura dell'intera rete.

(All'inizio dell'esercizio il materiale rotabile era composto di otto locomotive a vapore Breda, numerate da 101 a 108, 15 carrozze viaggiatori e 80 carri merci. Le comunicazioni lungo la rete erano garantite da un apposito impianto telegrafico sostituito successivamente da rete telefonica propria.)

Purtroppo, a metà degli anni cinquanta, l'uso del petrolio e suoi derivati a basso costo si sostituì al carbone come principale fonte energetica, sancendo, di fatto, l'inizio del definitivo tracollo dell'attività estrattiva carbonifera con la totale chiusura dei pozzi che avvenne alla fine degli anni '60.
Per le Ferrovie Meridionali sarde fu un colpo durissimo anche perché al crollo del trasporto del carbone, principale supporto economico della Società, si accompagnò l'avvento della motorizzazione privata.
Nonostante l'intervento diretto dello Stato, l'auspicato rilancio non ci fu a causa dello scarso numero dei viaggiatori e dell'inutilizzo del vettore ferroviario per il trasporto delle merci...A ciò si aggiunse da prima la chiusura della tratta Siliqua-Narcao causata dei lavori per la costruzione dell'invaso idrico di Bau Pressiu (13 luglio '68) e la chiusura della tratta Monteponi-Iglesias (18 gennaio '69) causata dal crollo di una galleria.

CONCLUSIONE (E SI ERA SEMPRE IN FEBBRAIO):
Ormai il servizio ferroviario aveva i giorni contati e il 4 Febbraio 1974, il Direttore dell'Esercizio Ing. Giuseppe Cadeddu emesse l'Ordine che disponeva l'integrale soppressione della rete ferroviaria Monteponi-San Giovanni Suergiu e Narcao-San Giovanni Suergiu-Calasetta dal giorno 5 Febbraio 1974. Il provvedimento non fu ben accetto né dalle maestranze, né dalle popolazioni tanto che, per volontà ministeriale, si dispose la riattivazione del servizio con nuovo O. S. del 7 Febbraio 1974. I collegamenti ferroviari erano stati ridotti a una coppia di corse utilizzando materiale rotabile ormai vetusto e con orari ormai non più consoni alle esigenze della poca utenza che preferiva le autolinee sostitutive del servizio ferroviario che, avevano, invece, orari adeguati ed erano esercitate da autobus nuovissimi. La proroga durò pochi mesi e, il 1° Settembre 1974, in attuazione della legge 309 del 16 Luglio 1974, il provvedimento definitivo di cessazione dell'esercizio fu reso esecutivo. Le Ferrovie Meridionali Sarde da allora soppressero tutte le linee ferroviarie e furono sostituite dalle autolinee su gomma.
Finì così la storia delle "Ferrovie del Sulcis", strumento decisivo per il progresso e lo sviluppo socioeconomico della regione sud occidentale della Sardegna.

(Notizie riportate dal dal sito delle FmS.)

OGGI:

Oggi questo tracciato si presenta è facile e piacevole per le passeggiate, e data la grande lunghezza la visita può iniziare da diversi punti. Purtroppo le case cantoniere si trovano in uno stato di evidente degrado, ma conservano ancora i tetti e le decorazioni murarie, solo in pochi punti si trovano ancora le rotaie.
Di impressionante bellezza e suggestione le gallerie, i ponti e gli acquedotti ancora in ottimo stato di conservazione... sicuramente un patrimonio storico-culturale di tutto il Sulcis e dell'Italia intera!


Per fare in gruppo questa escursione rivolgiti a:

tel 3491564023 - 3497428014 Email: antarias@tiscali.it

GRAZIE A: Antarias Società cooperativa

Gestione parco archeologico del Castello di Acquafredda
Via Giovanni Pascoli n°25 Siliqua (CA) Sardegna - Tel 3491564023 - 3497428014
Email: antarias@tiscali.it
web: http://web.tiscalinet.it/antarias/index.htm

lunedì 7 febbraio 2011

IL BISSO, TESORO DI SANT'ANTIOCO


Un anno fa, di questi giorni - era Lunedì 8 Febbraio 2010 - a Basilea la consegna dello stemma della città in bisso e oro nell'ambito della manifestazione internazionale Natur. Chiara Vigo, maestro di bisso, la "seta del mare" ricavata dalla Pinna Nobilis, era l'unico rappresentate italiano al Natur dell'anno scorso: www.natur.ch.

C'era un convegno con 700 relatori che discutevano dell'ambiente e di come l'uomo si rapporta al suo habitat, insieme ad un festival di cinema - sezione FasziNatur - con la presentazione di una gigantesca Arca della biodiversità e la cena di gala. In questa occasione la consegna di Chiara Vigo, ultima depositaria di uno dei più antichi saperi dell'isola di Sant'Antioco, della Sardegna e del Mediterraneo, al Sindaco di Basilea di un'opera unica di inestimabile valore: lo stemma della città, il basilisco (animale magico, uccello con la coda di serpente, le unghie da falco e la posizione di un leone) ricamato in bisso e oro.Si tratta di un dono fatto alla città di Basilea, che ora è conservato nel Museo etnografico svizzero, con un alto significato simbolico. "Il basilisco è un animale magico, creato dall'uomo come simbolo della difesa del mare, della terra, dei popoli e dei diversi modi di essere. Soprattutto a difesa dei bambini, che stiamo trattando male", spiega Chiara Vigo. "Il suo valore non è monetario: è un invito ad essere cittadini del mondo. E ci vuole un uccello con le ali grandi che ci porti da un capo all'altro del mondo affinché ci rendiamo conto di che cosa è il nostro presente e il loro futuro".

Chiara è un Maestro di Bisso. Il nome "maestro di bisso" ha un preciso significato. E' al maschile anche se attribuito a una donna anche perché segue una ritualità che ha a che fare con tradizioni ancestrali, oltre che con la lavorazione a regola d'arte di una sorta di seta del mare usata fin dai tempi biblici dalle massime autorità. Per realizzare il basilisco Chiara Vigo ha impiegato 2 mesi e 48 grammi di bisso: il ricavato di 4 anni di immersioni. Il bisso infatti è un filamento attraverso il quale i più grandi bivalvi del Mediterraneo, le gnacchere o Pinne Nobilis, rimangono attaccati al fondali. Essendo questi animali in via di estinzione, l'estrazione viene fatta solo seguendo certe regole, soltanto a maggio, e in modo da non danneggiarne la riproduzione.

Per ciascun grammo di filo, ce ne vogliono 10 di grezzo. Particolare non trascurabile: il fregio del basilisco ha una parte in lamina d'oro avvolta in seta naturale, residuo della stola da messa di monsignor Mereu Teophilo Dario (1939) , fratello della nonna di Chiara - Leonilde - uno dei pilastri della lavorazione del bisso sull'isola di Sant'Antioco. "E' un onore per me portare il mio basilisco a una città come Basilea, e a una nazione come la Svizzera, dove c'è una grande attenzione per l'arte internazionale e una cultura per la lavorazione della seta" sostiene il maestro Chiara Vigo nel Museo del Bisso vicino alla cattedrale santantiochese " Sant'Antioco può così diventare un ponte anche per altre figure professionali e artistiche, anche in quanto comunità che crede nella produttività di indotto".Durante la fiera Natur, Chiara Vigo ha dato dimostrazione della cardatura, filatura e tessitura del bisso, tutte con metodi naturali. Attraverso l'evocazione dell'importanza della protezione del mare, è stata fatta anche educazione ambientale con bambini e ragazzini delle scuole svizzere.
Nel Museo Vivente del Bisso, è possibile tessere rapporti culturali, conoscere a fondo la lavorazione della seta del mare, la sua storia, e la sua Biologia...non è solo un museo!
Si possono ammirare le tele del Maestro. Chiara Vigo ci tiene a sottolineare che: 'La cortesia è riservata agli Ospiti che hanno rispetto dei Luoghi e delle persone che hanno dedicato la loro vita, perchè la Cultura fosse un bene di Tutti da condividere e Amare.
I Bambini sono preferiti e hanno precedenza assoluta, perchè il Bisso e Il Maestro del Bisso sono loro proprietà.
La fretta non abita qui
Questo è il motto del Museo.'


Dov'è il museo
Nell'Isola di Sant'Antioco, in via Regina Margherita, L' eccezionalità del bisso risiede nel fatto che la lavorazione e tessitura di questo filato risalgono fin all'epoca dei Fenici, e che Sant'Antioco sia uno dei pochi luoghi in Europa dove viva un artista in grado di lavorarlo. La tecnica è tanto delicata quanto impegnativa. Chiara ha imparato dalla nonna Leonilde e trasmetterà questo patrimonio a sua figlia Maddalena, in modo che quest'arte sopravviva.

A Sant'Antioco, in fondali di 3-5 metri, si sviluppa il bisso, la bava secreta dal più grande bivalve del Mediterraneo: la Pinna nobilis. Dopo essere colta nel mese di maggio viene dissalata nello stagno di Santa Caterina per poi essere trasformata in filato.

In antichità, la seta serviva prevalentemente per confezionare preziosi paramenti sacri; oggi è il materiale con cui Chiara Vigo realizza manufatti tessili di grande raffinatezza, come il Leone di Tiro, un disegno di seta dedicato al lavoro paziente e silenzioso delle donne sarde. L'artista, inoltre, ancora oggi utilizza un telaio a tavola, che è la tipologia più antica degli strumenti tessili, particolarmente diffusa nell'antichità perché maneggevole e trasportabile senza difficoltà.

http://www.chiaravigo.com

Informazioni Indirizzo: via regina Margherita 113, 09017 Sant'Antioco, telefono: 0781 828177; 3473302237