mercoledì 1 dicembre 2010

ESCURSIONI NEI BOSCHI



(grazie a http://mitzafanebas.invictisvictivicturi.org e http://www.sardegnaambiente.it)
LA FORESTA DEL MARGANAI
Un territorio suggestivo, fatto di cascate, boschi fittissimi, cervi, miniere e villaggi abbandonati, sentieri di trekking magnifici, grotte, canyon rocciosi, fonti ovunque, vegetazione colorata...

Si estende nei seguenti comuni: Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore
Superficie: 3650 ettari


Descrizione generale
Acquistata nel 1979, la Foresta Demaniale di Marganai ha conservato caratteristiche molto suggestive - nonostante il paesaggio naturale sia stato oggetto di interventi anche molto pesanti come le aree che sono state in passato oggetto di intenso sfruttamento minerario e che nonostante tutto, hanno conservato la loro bellezza paesaggistica.
La foresta di Marganai rientra nell'area facente parte il progettato "Parco naturale di Monte Linas, Marganai-Oridda, Montimannu" in quanto considerata Zone di interesse paesaggistico ai sensi del D. Lgs 490/1999 (già L 1497/39), art. 139 e 146. A nord del compendio del Marganai, circa 450 ha, è compresa nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) del Monte Linas ai sensi del D.P.R. n. 357 del 08/09/1997 che recepisce la direttiva 92/43/CEE "Habitat" relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia della biodiversità. All’interno della foresta, sempre ai sensi della L.R. 31/89, viene individuata come area di rilevante interesse naturalistico la zona della Grotta di S. Giovanni, grandioso monumento che rappresenta una delle più vaste cavità sarde. Una vera e propria grotta-galleria attraversata da una strada carrozzabile che corre parallela al Rio Sa Duchessa sotto un'alta parete calcarea dove si rinvengono numerosi resti archeologici, probabili avanzi di mura ciclopiche.

(Nella foresta di Marganai ha inoltre sede la base elicotteristica omonima che esercita un ruolo logistico importante nel contesto del Piano regionale per la difesa degli incendi estivi.)

La foresta è un’importante meta di turisti e di studiosi, ed è visitabile seguendo numerosi sentieri e percorsi, molti dei quali estremamente suggestivi. E' presente una foresteria, attualmente non operativa.

Sono possibili visite anche al giardino botanico, realizzato a scopo scientifico-didattico, dove è rappresentato l’immenso patrimonio floristico di cui questa area è ricca. Marganai è difatti un laboratorio di studio e monitoraggio degli ecosistemi forestali mediterranei.
Da dieci anni qui si svolgono con continuità approfondite indagini sulla vegetazione, le condizioni delle chiome, il contenuto chimico delle foglie e dei suoli, le variazioni di accrescimento degli alberi, le deposizioni atmosferiche, il clima e il microclima, l’ozono e la biodiversità. I dati vengono elaborati da 9 Centri di ricerca di rilevanza nazionale (Centri di ricerca del C.F.S., C.R.A. del Mi.P.A.F, CNR, Università). I principali risultati ed ulteriori informazioni sul progetto sono peraltro disponibili sul sito del Corpo Forestale.

Descrizione geologica
I substrati litologici sui quali insiste l’area della foresta sono costituiti da calcari, dolomie e calcari dolomitici del Paleozoico Mesozoico. Dal disfacimento di queste rocce carbonatiche si ha la formazione di suoli da profondi a poco profondi, a tessitura franco-sabbioso-argillosa ad argillosa, da mediamente a poco permeabili, a reazione neutra e buon contenuto di sostanza organica, caratterizzati a volte dalla presenza di rocciosità e pietrosità consistenti, anche a causa della loro elevata caratteristica di erodibilità.
Dal punto di vista geomorfologico la foresta è rappresentata da un massiccio che si sussegue con cime aspre e tormentate, soprattutto nella zona settentrionale appare molto accidentata con vaste distese di roccia affiorante.
I corsi d’acqua sono prevalentemente a portata stagionale, i principali sono Riu Sarmentus, Riu Sa Duchessa, Riu Oridda. Il bacino idrografico è quello del Flumini Mannu. L’altitudine varia dai 214 m s.l.m. ai 1009 m s.l.m. (Monte Nipis).

La vegetazione
Il territorio in esame rientra nel climax delle foreste di leccio e risente di un’eccessiva pressione antropica sia con i ripetuti incendi che con il pascolo. Questi eventi hanno favorito l’insediamento di formazioni a macchia secondaria, cisteti e garighe. I tentativi di rimboschimento sono stati numerosi, utilizzando specie del genere Pinus. I pochi lembi di lecceta presenti nel territorio sono ascrivibili all’associazione del Viburno-Quecetum ilicis: si tratta di formazione mesofile con sporadica presenza di corbezzolo e massiccio ingresso di sclerofille termoxerofile dell’orizzonte inferiore. Molto estesi sono i rimboschimenti artificiali effettuati a partire dal 1914 principalmente con conifere (pino domestico, pino d’Aleppo e pino radiata), recentemente sono state impiegate anche le latifoglie (leccio, sughera e roverella). Il sottobosco è quasi sempre formato da elementi della macchia a oleastro (Olea europaea var. sylvestris) e lentischio.
Nella foresta di Marganai la funzione protettiva è svolta in modo piuttosto efficiente dalle formazioni boschive naturali presenti. Mentre in quelle aree ricostituite con rimboschimenti, non ancora affermati, tale funzione non è garantita a pieno per via dello scarso grado di copertura vegetale. Al fenomeno degli incendi è dovuto, l’insediamento di formazioni a macchia secondaria, di cisteti e garighe, che si affermano soprattutto in aree con suoli poco profondi ed esposte ai venti dominanti. Queste ultime formazioni, per la modesta copertura vegetale, per il ridotto apparato radicale e della scarsa lettiera prodotta, esplicano una scarsa intercettazione delle precipitazioni e, di conseguenza una scarsa azione regimante.
Nel settore nord orientale della foresta, piana di Oridda, è stata oggetto di sperimentazione nel settore dei rimboschimenti produttivi e dell’arboricoltura da legno eseguiti dalla soppressa S.A.F. S.p.A. del gruppo Ente Nazionale per la cellulosa e carta (E.N.C.C).
La foresta demaniale di Marganai è ricca di numerose specie faunistiche quali, il cinghiale (Sus scrofa), il gatto selvatico, il falco pellegrino (Falco peregrinus) ecc. Alcune zone possono essere ritenute adatte per la reintroduzione del cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) e del muflone (Ovis ammon musimon). La presenza di diverse specie faunistiche, ha fatto si che questa foresta abbia una elevata valenza naturalistico ambientale. Inoltre l’area della foresta di Marganai è frequentata anche dall’aquila reale.
La flora è allo stesso tempo ricca di specie, con una rilevante presenza di flora endemica, che si è conservata per la netta differenziazione geologica con i territori circostanti.

Per arrivare
Raggiungere ed entrare a Iglesias: per chi arriva da Cagliari o dalla S.S. 130 si tratta di percorrerla tutta sino al chilometro 50.
Dirigersi poi verso il centro della città, percorrendo, nell'ordine: viale villa di Chiesa, via Cappuccini e via Valverde e raggiungendo la centrale piazza Sella.
Da qui, è facile individuare le indicazioni per Fluminimaggiore che immettono, lungo via Eleonora e via Fontana, sulla S.S. 126.
Percorrere la statale sino a superare il km 43 della stessa, per immettersi poi sulla SP 89 al bivio per la frazione di San Benedetto.
Dopo circa 2,5 km sulla SP 89 si giunge al piccolo centro abitato: qui è presente, sulla destra all'incrocio tra via Linasia(alias SP 89) e via punta S.Michele, l'indicazione "Parco Marganai" per raggiungere la Foresta Demaniale, che dista 2,8 km (accesso dalla località Mamenga).
Coordinate GPS ingresso foresta (località Mamenga): N 39° 21' 26" E 008° 33' 45,6" (coordinate geografiche DMS, sistema di riferimento WGS84).

Escursione
Il sentiero delle "Case Marganai"
- (grazie a www.vibraf.it9)

Da : Grotta di San Giovanni (192)

Per : Punta San Michele (906) Case Marganai (734)

A : Malacalzetta

Lunghezza : 12 Km

Tempo di percorrenza : ore 4.30

Segni : rombi rossi con striscia bianca
Punto di partenza. L'imbocco Sud della Grotta di San Giovanni è raggiungibile da Cagliari per la SS 130 "Iglesiente", Da questa ci si porta a Domusnovas. Dal paese, una breve rotabile asfaltata conduce alla grotta, che è attraversata dalla strada da parte a parte.
Punti intermedi. Le Case Marganai sono accessibili attraverso una rotabile che si diparte dal villaggio di San Benedetto, raggiungibile a sua volta con breve percorso da Iglesias. La rotabile, dopo 3 Km., è sbarrata al traffico motorizzato e dopo ulteriori 3 Km. giunge alle Case Marganai. La Miniera di Reigraxius è accessibile anche dalla valle del Rio Sarmentus, attraversando su strada asfaltata la Grotta di San Giovanni e voltando a destra al primo bivio 750 m. dopo l'uscita dalla grotta, per immettersi su una rotabile a fondo naturale che costituisce il tratto iniziale di altro percorso segnalato (vedi sentiero "di Gutturu Farris", segni quadrati arancio).
Punto d'arrivo. L'abbandonato centro minerario di Malacalzetta è raggiungibile per strada rotabile proveniente da San Benedetto (Km. 3,5 da questo).

Descrizione del percorso. Dalle prossimità dell'imbocco Sud della Grotta di San Giovanni (a sinistra dell'apertura della grotta, per chi viene da Domusnovas), si diparte una strada lastricata che conduce, in 150 m., alla Chiesa campestre di San Giovanni. Da questa sì prosegue in direzione Ovest prima, in direzione del canale s'Ega su Boi, poi, con brusca deviazione verso NN0, si dirige alla bassa insellatura fra il Monte Acqua (540), attraversato dalla Grotta di San Giovanni, e la Punta su Corru (528), della quale si notano le strapiombanti pareti calcaree. Giunti alla sella (ore 0.10), si abbandona la direzione originaria (andando dritti si discenderebbe all'ingresso N della Grotta di San Giovanni) e si va verso Ovest, a tornanti lungo un ripido pendio che si dirige alla base della parete calcarea di Punta su Corru. In corrispondenza di un roccione panoramico, cessa la salita e si prosegue quasi in piano fino a dei ruderi adiacenti ad una galleria, presso una fascia frangifuoco (ore 0.30-0.40).

Da qui, il panorama si estende alle sottostanti valli del Rio Sarmentus e del Rio di Monte Narba. La mulattiera inizia a scendere di quota approssimandosi al vallone del Rio Corovau. Prima di raggiungere questo, muta direzione, immettendosi verso destra in una sterrata forestale ex-mineraria che proviene dal fondovalle. Dopo un breve tratto in discesa, sì volta bruscamente a sinistra in salita (ore 0.20-1 ). Proseguendo in discesa, il breve "sentiero dì Corovau", con percorso che in realtà passa su un tratto di rotabile ex-mineraria, e contraddistinto da segni quadrati gialli, riporterebbe alla valle del Rio Sarmentus, a monte della Grotta di San Giovanni.
La mulattiera si inerpica a fitti tornanti fino alla confluenza con la rotabile forestale che proviene dalle case Marganai (ore 1-2). Voltando a sinistra sulla rotabile si giungerebbe in breve alla Punta San Michele (906), occupata dalla torretta di avvistamento antincendi e da impianti radiotelevisivi e telefonici.

I segni proseguono invece verso sinistra, per circa 1 Km., sulla rotabile, per poi rientrare nel bosco sulla sinistra della strada, su una carrareccia forestale in lieve salita (ore 0.15-2.15). Questa va ad attraversare perpendicolarmente la strada rotabile di "Sa Martinedda", prende a scendere sensibilmente entro un canale e attraversa un'altra strada forestale, che condurrebbe alla Vecchia Cantoniera Marganai (ore 0.30-2.45). Svoltati a destra su questa, dopo 150 m. i segni riportano a rientrare nel bosco in salita, e conducono alle Case Marganai (ore 0.15-3).


Percorso in discesa il viale di tigli che fiancheggia II muro di cinta, si giunge ad un'ampia radura. Il percorso prosegue sul lato opposto di questa. Poco oltre, il tracciato passa su una antica mulattiera, estremamente panoramica, che, con fittissimi tornanti, discende fino alla Miniera di Reigraxius, situata in posizione pittoresca, entro un circo di montagne densamente forestale (ore 0.45-3.45). Nella parte più bassa della vasta area occupata dalle discariche della miniera, il tracciato va a identificarsi col canale del Gutturu Farris, che segue verso monte.

Da valle, proviene invece il sentiero di Gutturu Farris, con segni quadrati arancio, che proviene dalla valle del Rio Sarmentus. Lungo il Gutturu Farris, seguendo I segni rossi e bianchi, si va a raggiungere Malacalzetta (ore 0.45-4.30).

Avvertenze. Il dislivello da coprire è di impegno medio alto (oltre 1000 m.). La presenza di scavi, gallerie e di alcune frane lungo il percorso, pur ben visibili in luce diurna, consigliano la massima prudenza se si conducono con se' dei minori e sconsigliano nel modo più assoluto di percorrere l'itinerario con luce attenuata.
Gli orari di percorrenza vengono segnalati, dove occorre, in modo duplice, ossia indicando tempo parziale dell'ultimo segmento di percorso descritto e totale fino al punto indicato. Es, ore 1.30-2.30 significa: tempo parziale dall'ultimo punto descritto; ore 1.30: tempo totale dall'inizio dell'escursione: ore 2.30.

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