mercoledì 28 luglio 2010

MASUA: CITTA' MINERARIA FANTASMA E MARE FAVOLOSO



MASUA
Si raggiunge da Nebida ed Iglesias percorrendo una panoramica spettacolare. Da vedere è il villaggio minerario, ai piedi delle pareti calcaree, alte costruzioni racchiuse nella rigogliosa macchia mediterranea. Composto di facciate semplici, una chiesa piccola e graziosa, il circolo dei lavoratori, l'infermeria e l'ufficio direzionale.
In alto il suggestivo portale di Porto Flavia.

LA STORIA
Nelle miniere si estraeva l'argento, il piombo e lo zinco.
Nel 1859 fu concesso il diritto di ricerca alla Società Anonima delle Miniere di Montesanto che costruì alcune gallerie e una fonderia, iniziando così i lavori di scavo.
Dalla lavorazione della materia estratta si otteneva il piombo, che veniva impiegato nell’impianto metallurgico.In quegli anni venne costruita una piccola ma efficiente laveria meccanica. Attorno alla fonderia sorse presto un piccolo villaggio costituito da casette di pietra.
Nel 1884 l’intera miniera passò sotto il controllo della Società Montesanto e Masua divenne in poco tempo una delle maggiori miniere dell’isola con un gran numero di operai e un’ottima produzione.

Ma all'inizio del 1900 ci fu un calo a causa della precaria condizione finanziaria della Montesanto, che fu costretta a cedere la miniera.
Nel 1910 ne assunse il controllo la Società Anonima delle Miniere di Lanusei.
La I guerra mondiale portò via dalle miniere molte delle maestranze. Questo provocò un rallentamento della produttività a causa delle difficoltà che si verificarono nel reperire nuovi addetti.

Durante il dopoguerra si verificò un aumento dell’attività mineraria, che in pochi anni portò però alla constatazione che il ricco giacimento era ormai esaurito.

Un po’ più a nord si trovava il ricco giacimento Tacconis, appartenente alla società belga Vieille Montagne che, negli anni Venti, assunse così anche il controllo della miniera di Masua.
L’opera più importante della società belga fu la costruzione dell’originale Porto Flavia.
Negli anni Trenta si verificò una crisi che provocò il parziale fermo dell’attività, con molti licenziamenti.

Intorno agli anni '40 la società belga cedette la miniera, ormai in crisi, alla Sapez.

Dopo la II guerra mondiale. l’attività estrattiva riprese a ritmi molto graduali. solo grazie alle nuove ricerche e all’unificazione della miniera di Masua con la vicina miniera di Nebida si riprese l'attività.

Masua
si affermò nelle fasi di trattamento dei minerali dopo una serie di modifiche agli impianti, infatti,all'inizio degli anni '50 venne costruito un moderno impianto di flottazione.
Qualche hanno dopo venne eretta una galleria di greggio lunga 12 km denominata Ornella che collegava tra loro Acquaresi, Nebida e Masua.

Nel 1991 furono fermati i pochi impianti sul mare, ancora attivi, e chiuso definitivamente il cantiere.

Oggi tutta questa storia rimane ferma nel tempo a ricordo, incastonata tra meravigliose e bianche falesie, il mare cristallino e la vegetazione lussurreggiante.

Davanti si staglia il Pan di Zucchero, l'isolotto di calcare alto 133 metri che, dal mare, è proprio dirimpetto a Porto Flavia. Attraversato da due gallerie poste al livello del mare (una posta a Nord e l'altra a Sud) è uno dei più grandi faraglioni d'Europa, persino più grande del più noto faraglione di Capri. Con gli scogli de "Il morto" e de "S'Agusteri" e la falesia di "Punta de Is Cicalas", è stato dichiarato monumento naturale.

Grazie per le info a: http://www.carboniaiglesias.net/miniere/masua.asp
http://www.nebida.com/spiagge.htm

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