giovedì 1 settembre 2011

Festival Jazz - approfondimenti artisti



COMUNICATO STAMPA N°12
XXVI EDIZIONE
“AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ 2010”
Ricordiamo che quest'anno (26 Agosto – 4 Settembre 2011) è la XXVI Edizione del festival

Sempre in piazza Del Nuraghe Sant'Anna Arresi per la settima serata della rassegna “Ai confini tra Sardegna e Jazz” potremo vedere alternarsi sul palco i Defunkt, capitanati da Joseph Bowie, alfiere del funk-rock, e il quartetto di Jeff Berlin.
In particolare, i defunkt, attivi sin dalla fine degli anni settanta, porteranno sul palco di Sant’Anna Arresi il loro personalissimo tributo a Jaco, riarrangiando i brani più significativi della carriera del bassista americano e proponendo il loro set che, sicuramente, infiammerà la platea arresina.
Jeff Berlin con il suo quartetto formato da Dany Gottlieb alla batteria, Richard Drexler al piano e contrabbasso, vedrà la partecipazione di Othello Molineaux alla steel drum. Molineaux, già compagno di Jaco per tutta la sua carriera solistica, formerà con Berlin una sezione ritmica che farà rivivere il mito di Jaco ai piedi del Nuraghe Arresi.
Il set dei Defunkt previsto per le 21 e 30, sarà trasmesso in diretta radio
su Radio3 Suite dalle 21 e 10.

JEFF BERLIN
Jeff Berlin è figlio d'arte, suo padre era infatti cantante di opera lirica e sua madre pianista.
Sin da piccolo era considerato un prodigio al violino e passò al basso a 14 anni, studiandolo tra l'altro al Berklee College of Music di Boston.
A partiredagli anni '70 ha cominciato a suonare con muicisti famosi ed a pubblicare album solisti. Ha suonato per diversi anni con Bill Bruford (batterista di Yes e King Crimson e fondatore degli UK). Famoso è il suo rifiuto all'invito di entrare nella band di Van Halen. Ha suonato dal vivo ed in studio con artisti come Pat Metheny, Van Halen stessi, Rush, Stanley Clarke, Yes (Anderson Bruford Wakeman Howe), Allan Holdsworth, Kazumi Watanabe. Fra i suoi album solisti:Pump it!,Taking Notes, In Harmony's Way e Lumpy Jazz.
Ha collaborato in un video con il giovane ma già virtuoso Frank Gambale, oltre al celebre batterista Vinnie Colaiuta.
Il suo stile è fortemente legato alla fusion, ed è paragonabile a quello di Jaco Pastorius, sebbene Berlin suoni un basso con tasti (anziché fretless) e abbia preso più volte le distanze dagli imitatori di Pastorius.
Oltre alla creazione di un basso ispirato a lui, anche l'azienda produttrice di amplificatori gli ha dedicato un amplificatore: il Mark Bass CMD 151 P Combo Jeff Berlin.
Da sempre nel campo della didattica è anche noto come critico musicale e fu membro fondatore del Bass Institute of Technology di Los Angeles e, più tardi, della Players School of Music di Clearwater in Florida. Regolarmente pubblica articoli ed editoriali per molte riviste di settore, inclusa la Bass Player Magazine.


DEFUNKT
Nel 1979, Joe Bowie ed alcuni amici provenienti dal teatro newyorkese “La Mama”, formano una band jazz funk alla quale danno il nome Defunkt.
Con le parole di Janos Gat, sceneggiatore ungherese appena scappato da Budapest (in compagnia della ragazza di “Stranger than paradise”) e la tagliente sezione di fiati in stile rhythm & blues composta dal fratello Byron Bowie e dal trombone di Joe, divennero una presenza costante nella scena downtown rock meglio conosciuta come No Wave, in compagnia della bohéme dell’epoca, costituita da una bizzarra miscela di punk, studenti d’arte, beatniks, amanti del funk e della fusion, folli creatori di rumore ed ogni altra categoria di reietti dell’East Village.
La jazz fusion (precedentemente al debutto di Defunkt) era la più innovativa evoluzione del linguaggio jazzistico in quegli anni ma progressivamente si era svuotata dell’energia e della creatività degli esordi trasformandosi in una noiosa pratica autoindulgente. Defunkt lanciò dunque l’ormai inevitabile guanto di sfida, riprendendo ed aggiornando alla contemporaneità ciò che Miles Davis face con il jazz-­‐funk all’inizio degli anni ’70.

Ornette Coleman e James Blood Ulmer stavano
simultaneamente abbattendo le stesse barriere, sebbene Defunkt gettò le basi
per una rivoluzione del jazz-­‐funk, introducendo elementi dello speedmetal nello
stesso momento in cui venivano esacerbate e velocizzate le componenti ritmiche
del funk. La formazione di Bowie avrebbe dovuto, giustificatamente, ispirare una
nuova era del jazz-­‐funk, non soltanto rivolgendosi alla descrizione del degrado urbano e dei demoni personali di Joe, ma soprattutto per la fertile reinterpretazione della collisione di stili musicali propri della New York del periodo, sostanzialmente la principale fonte di ispirazione per la band.
Audace, furiosa, chirurgicamente precisa e tagliente, brutalmente onesta e credibile per
l’uomo della strada, la musica di Defunkt mise a soqquadro le esistenti categorizzazioni di jazz e funk e, se altri avessero seguito la stessa strada, siate sicuri che il mondo attuale sarebbe infinitamente più interessante.
Sfortunatamente, una nuova ondata di musicisti pop si stavano occupando di anestetizzare il funk per creare una miscela insignificante ed immediatamente digeribile ad uso e consumo della controrivoluzione voluta dal mercato discografico. Questi funksters di cartone con il loro armamentario di giacchette con le spalline non ebbero alcuna difficoltà ad essere riempiti di dollaroni dai magnaccia delle grandi case discografiche. Nello stesso periodo Defunkt trovò un certo successo in Europa. Particolarmente memorabile fu il concerto all’Embassy Club di Londra, che lasciò una folta platea di nuovi adepti letteralmente elettrizzati e sconvolti da ciò che ebbero visto ed ascoltato. Il NME descrisse l’evento affermando che “i Defunkt sono per il funk esattamente ciò che i Sex Pistols sono stati per il rock”, frase ben poco corretta, se non fosse altro che dopo i concerti dei Sex Pistols praticamente ogni ragazzino si organizzò a formare una band mentre solo un ristrettissimo numero di gruppi si ricordano di menzionare Defunkt tra le loro influenze”. Negli ultimi 25 anni Defunkt ha registrato 15 album e Joe Bowie è divenuto un’officiante del funk in ogni angolo del pianeta, proponendo costantemente la propria musica e collaborando con altri funksters come Dave Doran, Sigi Finkel, Wolf Wolf a Jean-­‐Paul Bourelly. Nel frattempo Bowie si è pure occupato di mantenere le relazioni con artisti creativi del jazz, suonando con David Murray, Ethnic Heritage Ensemble, Yuseef Lateef e Adam Rudolph, Sam Rivers’ Big Band in occasione del suo 75mo compleanno e la Oliver Lake Big Band. Nel 2003 Joe Bowie si è felicemente trasferito ad Amsterdam, da dove è nuovamente partito alla ricerca di nuove collaborazioni con artisti europei e del mondo intero. Il ritorno di Defunkt Millennium a New York City promette di liberare ancora una volta la leggendaria energia e vitalità di una band imprescindibile.

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